Il Bosco Panfilia, situato al confine tra la provincia di Ferrara e di Bologna, sorge nell’area golenale del fiume e rappresenta per qualità ed estensione, la più preziosa testimonianza delle antiche foreste planiziali padane.
Nel 1971 la Società Italiana di Botanica ha classificato la Panfilia come “sito di notevole importanza vegetazionale, biotopo unico nel suo genere tra i boschi igrofili, per quanto riguarda l’associazione di piante che lo compongono”.
Il Bosco della Panfilia, oasi di protezione della fauna, si è formato circa tre secoli fa, in stretta relazione con le vicende idrogeologiche del fiume Reno.
Con una superficie di circa 81 ettari, l’area è situata in un’ampia ansa golenale del fiume ed è soggetta a periodici allagamenti in relazione alle piene. La Panfilia è un classico esempio di
bosco igrofilo di pianura e presenta la tipica vegetazione dei boschi golenali, con
farnia, pioppo bianco, frassino, salice bianco, olmo, acero campestre gelso bianco e diversi esemplari di
sanguinella, prugnolo, nocciolo, biancospino, sambuco. Nel bosco si trovano specie rare di funghi e il preziosissimo e ricercatissimo
tartufo bianco.
La fauna del Bosco della Panfilia è costuituita da uccelli come
il merlo, lo storno, la cornacchia grigia, la ghiandaia; mammiferi, quali
la lepre, il riccio, il ghiro, la talpa, la volpe. L’area, unica nel genere di
“bosco che si allaga” è stata inserita tra i
Siti di Interesse Comunitario (SIC), (vedi approfondimento sulla sezione del sito del Ministero dell’Ambiente). Per un approfondimento, sulla vegetazione, fauna e
cartografia, è possibile consultare
la sezione del sito della regione ER su Bosco di Sant’Agostino o Panfilia. Il Bosco è visitabile in ogni stagione dell’anno, preferibilmente nei mesi primaverili e autunnali (è sconsigliabile quando l’ambiente è molto umido o dopo piogge abbondanti). All’interno non esistono strutture per il riposo o il ristoro, ma all’entrata principale (in Via del Cavo), oltre al
parcheggio vi è
un’area attrezzata con panchine, tavoli e una fontana con acqua potabile.
Chi è interessato a visitare il Bosco, con l’aiuto di una guida, può contattare la locale sede del WWF o della Proloco. Nel passato, il Bosco ha rappresentato per la popolazione locale una fonte di sostentamento, sia per l’approvigionamento di legname, che per la raccolta dei prodotti del sottobosco, tra i quali in particolare il pregiatissimo tartufo bianco ovvero
Tuber Magnatum. Si è quindi creato un legame inscindibile tra la comunità e l’area naturale, che ha nel tempo, influenzato cultura, tradizioni e stile di vita delle genti del luogo.
Da anni, nel nostro Comune si svolge la Sagra del Tartufo che vede coinvolto l’intero paese proprio per questa peculiarità.